Si assiste oggi, grazie all’influsso della psicologia archetipica, ad un recupero dell’idea rinascimentale che il mondo e la natura abbiano un’anima. Non si tratta semplicemente di rivisitare in termini moderni una nozione filosofica e mistica, quanto di riproporre una renovatio della psicologia attuale, troppo spesso ammalata di una soggettività personale piuttosto che di necessità intersoggettive, per cogliere il dato attuale, che il lavoro psicologico con i pazienti di fatto deve essere un lavoro con l’anima.
Ora, l’anima a cui si vuole fare riferimento, non è il prodotto di immagini e di emozioni personali, quanto l’esperienza consapevole di una psiche collettiva, con la propria storia, il proprio spazio, le proprie leggi e la propria finalità, definita da Jung “psiche oggettiva”. Platone ricordava che fra Terra e Cielo – tra Corpo e Anima – esiste uno spazio intermedio chiamato Metaxy, lo stesso spazio descritto dai visionari di Persia come alam al mithal. Questo spazio è un non-luogo dove la parola “psiche” non può sostare, ma solo transitare. In altre parole, in questo luogo non ci possiamo fermare, perché tutto è movimento, come nei nostri sogni e nel nostro immaginario.
Durante il seminario esploreremo i grandi sogni archetipici, i sogni di individuazione, i sogni del complesso dell’Io, i sogni del corpo e… i sogni di trasformazione, per comprendere come il mondo onirico, quando integra la corporeità, assume invisibili ali che portano l’Io al cospetto dell’archetipico.